Il Messaggiere - >ANSA-FOCUS/ Comicità romana, indolente, imperiale, minimalista

>ANSA-FOCUS/ Comicità romana, indolente, imperiale, minimalista

>ANSA-FOCUS/ Comicità romana, indolente, imperiale, minimalista

In sala 'La scuola romana delle risate' narrata da Verdone

Dimensione del testo:

(di Francesco Gallo) Indolente, imperiale e minimalista. Ecco in estrema sintesi 'La scuola romana delle risate', il ricco e divertente documentario di Marco Spagnoli con Carlo Verdone narratore che andrà in sala, come uscita evento, il 17-18-19 aprile e poi in prima serata su Rai Tre il 26. Indolente perché è una comicità rilassata, concessa; imperiale perché ha il disincanto di chi ha tutto visto e tutto dominato e, infine, minimalista perché è fatta da chi, per gli stessi motivi di prima, non deve troppo spiegare e ha fretta. Tutto inizia con Piotta che canta alla sua Roma: 'Tu me piaci da quanno so nato, perché me fai ride pure nel giorno sbagliato…' e poi tante testimonianze e pezzi di repertorio con Carlo Verdone, una sorta di Virgilio e come sempre perfetto affabulatore. A raccontare la loro esperienza con questo tipo di comicità in questo film con la colonna sonora di Tommaso Zanello: Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Lillo, Virginia Raffaele, Anna Foglietta, Massimiliano Bruno, Enrico Brignano, Emanuela Fanelli, Stefano Rapone, Claudia Gerini, Serena Dandini, Enrico Vanzina, Ilenia Pastorelli, Luca Verdone e Zerocalcare. E questo mentre scorrono le immagini di mostri sacri dell'intrattenimento romano, da Ettore Petrolini ad Alberto Sordi, da Aldo Fabrizi a Gigi Proietti, da Anna Magnani a Monica Vitti, anche attraverso i film del catalogo Titanus, le immagini dell'istituto Luce e delle Teche Rai. "'A Roma abbiamo visto tutto', questo il cuore del documentario - dice il regista Marco Spagnoli -. Eppure, nonostante da secoli si sia sentito e visto di tutto ecco che nascono sempre nuovi talenti e nuovi artisti figli dell'indolenza e di quel gusto assoluto per la battuta che contraddistinguono i cittadini dell'Urbe, ma anche gli abitanti di quell'immaginario cinematografico, teatrale e televisivo che da Petrolini ad Alberto Sordi ha segnato Roma e le sue storie amate e odiate in tutta Italia. Un percorso tra conformismo ed eclettismo che oltre a divertire prova a sorprendere lo spettatore mettendo in fila i tanti artisti strepitosi e, oggi, inevitabilmente un po' dimenticati che ci hanno fatto e continuano a farci ridere". Tra le tante perle di questo documentario prodotto da Samarcanda Film con Rai Documentari, in coproduzione con Luce Cinecittà e in collaborazione con Titanus S.p.A., quella di Carlo Verdone quando dice che il vero teatro romano dove sono nati i grandi attori non è altri che "il mercato, lì si sono formati Aldo Fabrizi, una vera maschera della città di Roma e anche Sora Lella". E ancora Verdone quando dice di Fellini che, invitato a casa sua dal padre, aveva parlato del suo primo impatto con la capitale, un episodio che il regista aveva raccontato cosi all'Espresso nel 1971: "In un pomeriggio di ottobre del 1938 arrivai alla stazione, salii su una carrozzella e andai in Via Albalonga, rione San Giovanni. La prima cosa che mi capitò, scendendo dalla carrozzella davanti al numero 13 in cerca dell'affittacamere, fu di prendere uno sputo in testa da tre ragazzini che non si sono neppure ritirati dalla finestra. Fu la scoperta del romano, l'antico suddito papalino che vive in una città improbabile cresciutagli attorno a tradimento, uno che non si fida di dire la verità perché 'non si sa mai', pauroso per timori atavici, un uomo dalle prospettive molto ravvicinate, attorniato da storia e monumenti, ma rapportato soltanto alle consuetudini quotidiane e alla tribù familiare, mamma, sorelle, nonni, nipoti, zia".

O.Esposito--IM