Un violoncello e le ultime parole di Camilleri sull' amore
L'omaggio del musicista Michele Marco Rossi allo scrittore
(di Luciano Fioramonti) "Chi lo dice che l'uomo è un essere razionale? Se l'uomo fosse un essere razionale avremmo finito di fare la guerra duemila anni fa…''. Le parole di Andrea Camilleri suonano attualissime in un momento storico che vede ripetersi conflitti sanguinosi. Nel 2019, pochi mesi prima di morire a 93 anni, il 'padre' di Montalbano descriveva la sua visione amaramente profetica al giovane violoncellista romano Michele Marco Rossi che gli si era presentato per proporgli un progetto discografico - in uscita in questi giorni per l' etichetta Stradivarius solo in vinile e dal 7 febbraio sulle piattaforme digitali - come omaggio per i cento anni della nascita, nel 2025, del grande autore. Un disco senza titolo e con la copertina bianca in cui le improvvisazioni musicali fanno da tappeto sonoro alle ''ultime parole sull' amore'' dello scrittore. Rossi spiega che l' idea era nata per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. ''Mi era venuto in mente di fare un progetto sull'amore da Dante e Petrarca a oggi, cercando di vederne i lati più oscuri, attraverso una contrapposizione di temi: l'Amore Sacro e l'Amore Sesso, l'Amore Potere e l'Amore Colpa. Quattro visioni diverse di ambiti contrapposti e complementari''. Così il musicista passò un pomeriggio di maggio a parlare con Camilleri, seduto alla sua scrivania. ''Non l'avevo mai incontrato prima, non l'avrei più incontrato dopo - racconta -. Per lui non ero nessuno, mai mi sarei potuto aspettare che avrebbe detto di sì, e che avrei potuto passare del tempo con lui a fare domande, immaginare nuovi orizzonti, registrare''. Le sue prime parole sono state "come posso esserle utile?". ''Mettersi al servizio di chi si ha davanti con fiducia e generosità, mi è subito sembrata una cosa assolutamente naturale per lui - osserva Rossi - Anche con la sua cecità era in grado di vedere molto in profondità dentro a chi aveva davanti''. Dai temi del progetto il discorso nell'incontro - e quindi nel disco - è passato al femminicidio e alla guerra. 'La Storia, detta Magistra Vitae, non riesce a insegnare niente alla vita degli uomini - rimarca Camilleri -. Tutti gli errori umani vengono ripetuti a distanza di tempo, magari sotto forma diversa. I corsi e ricorsi storici esistono. E in amore la ragione o si dimette o va in aspettativa". Un capitolo a parte riguarda la voce dello scrittore e la musica. ''Di Camilleri mi ha sempre affascinato proprio la sua voce - spiega il musicista - dalle qualità sonore e musicali incredibili. Così profonda, ruvida, ti sembrava quasi di poterla toccare e si può riconoscere fra mille. Camilleri era felice di sapere che la sua voce si sarebbe alternata e unita alla musica elettronica. A 93 anni non era affatto spaventato dalla contemporaneità più estrema e sperimentale, anzi. Era curioso, disponibile e...colto anche in questo'' . Il percorso musicale del disco vuole scavare quindi tra le pieghe delle parole di Camilleri, facendosi ispirare dalle tematiche dei testi e seguendo analogie sonore astratte. ''Ci sono tracce fibrillanti e accese, momenti di suoni sordi, quasi tribali, corali di voci lontane, ritmi percussivi, una canzone con un accompagnamento di puri timbri sonori, influenze jazz nei pizzicati. Si parte da una citazione dantesca, e allo stesso modo con la musica abbiamo provato a fare un viaggio 'infernale', da una complessità sonora fino a una ritrovata semplicità''. Violoncellista solista richiesto dai compositori di oggi, vincitore del IV Premio Abbiati del Disco, Michele Marco Rossi, 35 anni, sottolinea che la riflessione sull'amore e sull'essre umano è il tema che lega le tredici tracce dell'album (edizioni musicali SZ Sugar), anche a livello di ricerca sonora ed espressiva: le improvvisazioni al violoncello e l' elettronica live, curata da Paolo Aralla, si alternano con la voce dello scrittore. ''Ogni brano cerca in maniera astratta di entrare nei meandri dei temi, tanto forti quanto attuali, di cui parla Camilleri, in un piccolo viaggio sonoro pieno di affetto e gratitudine. Per questo motivo, il disco non ha un titolo in copertina. Sarebbe come dare un titolo a un ricordo, a un pensiero o a una memoria. I ricordi non si intitolano''.
H.Giordano--IM