Branduardi, per i 50 anni di musica il 'best of' con un inedito
Dal 15 novembre. 'Vecchio ma arzillo' dice di sé il menestrello
Ogni giorno Angelo Branduardi si alza alle cinque del mattino e, in preda alla nebbia del sonno, comincia a comporre. "Vado in studio che è ancora buio ma si intravede qualcosa - racconta all'ANSA - regolarmente non ho fatto la doccia, mezzo dormo, mezzo no, è una cosa onirica. Immagino cosa ci sia al di là del muro, forse un giardino... La musica è la visione di qualcosa che non c'è". Il menestrello italiano, oggi 74enne, non smette dunque di creare. Nel 2024 la sua musica festeggia le nozze d'oro: sono infatti passati 50 anni dal primo disco. Per celebrare una tappa così importante è in arrivo da domani il cofanetto 'Santi e Malandrini', con 4 CD che ripercorrono il 'best of' di Branduardi e un regalo: il brano inedito 'Piccolo David'. Come ci si sente a raggiungere questa tappa? "Vecchi", risponde il cantautore, "ma arzilli". Quanto ai bilanci, si rifiuta di farne ("no, no, no... domani, sempre domani"), ma sostiene di aver prodotto "sia delle cose molto belle, a detta di pubblico e critica, che delle cose brutte, soprattutto a detta mia. Significa che scrivo per passione e per il mio piacere, che poi spero di condividere con altri, tanti o pochi che siano". Nel nuovo box ci sono tre dischi che ripercorrono il viaggio musicale di Branduardi. Nel quarto, spazio ai brani di 'Futuro Antico', collana dedicata alla musica del periodo medievale e rinascimentale. Da 'Re di speranza' a oggi il percorso non è stato sempre semplice. "La fortuna mi ha assistito - sostiene l'artista -. Ho iniziato a suonare il violino a cinque anni, ho fatto studi classici. Più il mio talento strano, perché non c'è nessuno che mi somigli, non faccio parte di una scuola né ne ho creata una. Sono un po' un caso a sé". Se anche avesse avuto degli imitatori, comunque, Branduardi dice che li avrebbe "ammazzati". Poi, con un po' di modestia, ricorda: "facevo una cosa che non aveva niente a che vedere con quello che andava. Capisco le reticenze della prima casa discografica. E quando si corre da soli si arriva sempre primi".
A.Goretti--IM