Il Messaggiere - Il Tre, "il palasport di Roma tappa fondamentale per un romano"

Il Tre, "il palasport di Roma tappa fondamentale per un romano"
Il Tre, "il palasport di Roma tappa fondamentale per un romano"

Il Tre, "il palasport di Roma tappa fondamentale per un romano"

Live il 9 novembre. "E poi mi fermo, ma continuo a fare musica"

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Da Santa Maria delle Mole (frazione di Marino) alle porte di Roma, al palazzetto dello Sport all'Eur con uno show - che chiude il tour estivo - il 9 novembre, durante il quale presenterà dal vivo anche il nuovo inedito Occhi Tristi uscito il 18 ottobre. E passando anche per Sanremo. L'ultimo anno per Il Tre, nome d'arte di Guido Luigi Senia, è stato un crescendo di emozioni e di soddisfazioni. "Per un artista romano il palazzetto dello sport è una tappa fondamentale. E sono contento di esserci arrivato con un percorso tutto mio - racconta il rapper e cantautore 27enne -. Ho iniziato a fare musica a 14 anni e poi seriamente dai 17 ai 18, quindi una decina di anni ce l'ho messa per arrivare. Non volevo bruciare le tappe e volevo arrivare con una gavetta alle spalle, con un background importante". Oggi, è la considerazione che fa, "con le piattaforme è molto più facile sfondare, diventare virali senza una sorta di passato. Non è per forza una cosa negativa, ma neanche positiva. L'importante è costruire una fanbase che ti supporti, creare una sorta di famiglia con il pubblico. È merito anche delle persone, se un artista arriva e dura negli anni". Partito dal niente, Il Tre è uno dei rapper più amati dai giovani e in pochi anni e con solo due dischi ha conquistato le classifiche italiane, TikTok, la Viral di Spotify e ottenuto 5 Dischi di Platino e 4 Oro. Lontano dall'immaginario dell'urban metropolitano, Il Tre racconta nei suoi pezzi il coraggio della paura, gli amici di sempre, il credere nei propri sogni e la forza della famiglia. "Essere definito 'diverso' per me è un complimento. Molti artisti trattano temi di strada o di ostentazione di beni materiali, e comunque è la loro vita e su questo non metto bocca perché ogni artista parla di quello che vive: è libero di esprimere il concetto che vuole e gli ascoltatori sono liberi di ascoltare o meno. Non si può pensare a una censura per legge: è assurdo. Se limitiamo anche l'arte siamo alla frutta. Io sono più focalizzato sulle mie sensazioni quotidiane, su come mi sento. Forse per questo mi reputano diverso, ma lo accetto è la verità". Il grande pubblico lo ha conosciuto a febbraio, al festival di Sanremo. "Ho voglia di tornarci, ma non so se questo è l'anno giusto: dopo il palazzetto di Roma mi prendo una pausa. Ho bisogno di una vacanza".

R.Abate--IM