Il Turco in Italia torna al Pergolesi di Jesi dopo 205 anni
L'8 novembre in regia 'consumista' di Roberto Catalano
Dopo 205 anni di assenza torna al Teatro Pergolesi di Jesi l'8 novembre prossimo (replica il 10 ore 16) 'Il Turco in Italia' di Rossini in una nuova coproduzione dell'omonima Fondazione con vari teatri nazionali affidata al regista palermitano Roberto Catalano e al maestro Hossein Pishkar, allievo di Riccardo Muti, sul podio dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Il dramma buffo su libretto di Felice Romani andato in scena per la prima volta alla Scala nel 1814, è il secondo spettacolo in cartellone della 57/sima stagione lirica del teatro Jesino inaugurata il 17 ottobre scorso dalla Vestale di Spontini, che non la presentava da quasi 40 anni, per celebrare il 250/simo della nascita del compositore. Scritta da Rossini a 22 anni (il librettista ne aveva 24) e ambientata nei pressi di Napoli, narra la storia del poeta Prosdocimo che in cerca di un buon soggetto lo trova nel racconto della zingara Zaida, costretta a fuggire dall'Oriente e dall'amato principe Selim a causa della gelosia delle sue compagne. La giovane legge anche la mano di Geronio, marito tradito della volubile e civetta Fiorilla, che all'arrivo di un principe turco che si rivelerà essere lo stesso Selim decide, riuscendoci, di conquistarlo. Di fronte all'opposizione del consorte della donna, Selim decide prima di comprarla e poi di rapirla, gettando nello sconforto Zaia e la stessa Fiorilla, che dopo un'esilarante serie d'equivoci e travestimenti torneranno la prima col principe e la seconda col marito per il consueto lieto fine. Catalano dà all'opera un'ambientazione anni '60 ispirata ad una sorta do consumismo amoroso in cui 'tutti i personaggi sono espressione di un desiderio spinto ai limiti della necessità di acquistare qualcosa che ancora non si possiede e in cui l'amore si compra e si vende esattamente come il vino e il caffè. Un universo dove 'una serie di umani-prodotti vivono in un mondo di luci e spot confezionati come promesse di felicità tali da rendere equivoca la distinzione tra realtà e sogno'. Gli interpreti sono Elena Galitskaia (Fiorilla), Bruno Taddia (Prosdocimo) che nella replica sarà sostituito da Daniele Terenzi, Maharram Huseynov (Selim) Fabio Capitanucci (Geronio), Francisco Brito (Narciso), Francesca Cucuzza (Zaida), Antonio Garés (Albazar). Coro Lirico Veneto, preparato da Flavia Bernardi, scene di Guido Buganza, costumi di Ilaria Ariemme, coreografie di Marco Caudera. Co-producono lo spettacolo: Teatro Sociale di Rovigo (capofila), Teatro Amintore Galli di Pisa, Fondazioni Ravenna Manifestazioni, Teatro Coccia di Novara e Teatro Verdi di Pisa.
I.Barone--IM