I sistemi di cattura della CO2 funzionano la metà del previsto
Servono per ridurre le emissioni ma sono stati sovrastimati
Le attuali capacità di sequestro e stoccaggio della CO2 presente nell'atmosfera, considerato uno dei metodi principali per contenere le emissioni, sono appena la metà di quanto stimato finora: a dirlo è uno studio pubblicato su Nature Communications da ricercatori dell'Imperial College di Londra che dimostra come siamo molto lontani dagli obiettivi internazionali fissati per il 2050. Negli scenari internazionali per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi C oppure entro i 3 entro il 2050 vengono prese in considerazioni politiche da attuare nei singoli paesi, come la riduzione delle emissioni oppure lo sviluppo di sistemi per il sequestro e stoccaggio della CO2. Si tratta in questo ultimo caso di una variegata tipologia di metodi accomunati dal fatto di riuscire a catturare la CO2 nell'atmosfera e metterle all'interno di alcuni grandi contenitori: si tratta spesso di pozzi sotterranei ormai vuoti da cui era stato estratto ad esempio gas naturale. Per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5C le stime del Panel intergovernativo Ipcc prevedono la capacità di sequestro a livello mondiale tra 1 e 30 giga tonnellate di CO2, ossia miliardi di tonnellate, all'anno entro il 2050. Ma analizzando la situazione attuale, le tecnologie e soprattutto la disponibilità di siti per lo stoccaggio, i ricercatori affermano che nella migliore delle ipotesi a livello globale si riuscirebbe a sequestrare 16 gigatonnellate l'anno ma realisticamente il limite sarà di 5 o 6 gigatonnellate. "Cinque gigatonnellate di carbonio che finiscono nel terreno rappresentano comunque un contributo importante alla mitigazione del cambiamento climatico", ha detto Samuel Krevor, uno degli autori. "I nostri modelli - ha aggiunto - forniscono gli strumenti per aggiornare le proiezioni attuali con obiettivi realistici su come e dove dovrebbe essere sviluppato lo stoccaggio del carbonio nei prossimi decenni".
A.Uggeri--IM