Il Messaggiere - Mediterraneo, cambio clima spinge triglie e naselli verso Nord

Mediterraneo, cambio clima spinge triglie e naselli verso Nord
Mediterraneo, cambio clima spinge triglie e naselli verso Nord

Mediterraneo, cambio clima spinge triglie e naselli verso Nord

Messo a punto un modello di previsione al 2050 su 9 specie

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Il cambiamento climatico che colpisce il Mar Mediterraneo, particolarmente sensibile ai suoi effetti, spingerà sempre più triglie, naselli, rane pescatrici e altre specie importanti verso Nord, causando impatti economici considerevoli sui settori legati alla pesca. Lo afferma un nuovo modello di previsione messo a punto da un gruppo di ricercatori guidato dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, con la collaborazione anche dell'Università di Bari e della Fondazione pugliese Coispa Ets. Il modello, che mira a prevedere il comportamento di pesci, crostacei e molluschi fino al 2050, ha preso in considerazione 9 specie e si è concentrato su Adriatico e Ionio. Prevedere come si sposteranno le specie marine in diversi scenari di emissione di anidride carbonica è di fondamentale importanza per garantire una gestione adeguata delle risorse ittiche, soprattutto in uno scenario in cui l'oceano si sta rapidamente riscaldando. "La rappresentazione della futura distribuzione della specie è importante per supportare la gestione territoriale delle risorse ittiche - dice Simone Libralato dell'Ogs, tra gli autori dello studio guidato da Diego Panzeri - anticipando quelli che saranno gli impatti del riscaldamento del mare e gli effetti sulle zone di aggregazione delle specie e, quindi, ottimizzare la pianificazione ed eventuali chiusure spazio-temporali della pesca". Secondo i dati ottenuti le principali specie commerciali, che comprendono anche scampi, totani, seppie e sogliole, modificheranno la loro distribuzione in questi mari. Inoltre, l'innalzamento delle temperature favorirà anche l'aumento delle specie invasive, un fattore che potrebbe causare un ulteriore spostamento delle popolazioni in esame. "Il nostro approccio permette di considerare i possibili cambiamenti geografici delle specie osservate - afferma Panzeri - e di supportare la definizione di piani di gestione per uno sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche".

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P.Russo--IM