Il Messaggiere - Tennis: Binaghi, Sinner é un fenomeno che non si fa condizionare

Tennis: Binaghi, Sinner é un fenomeno che non si fa condizionare
Tennis: Binaghi, Sinner é un fenomeno che non si fa condizionare

Tennis: Binaghi, Sinner é un fenomeno che non si fa condizionare

E' il "momento migliore in assoluto per il movimento italiano"

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La perentorietà con cui ha dominato le Atp Finals ha dimostrato una volta di più che Jannik Sinner é immune alla pressione: "Questo ragazzo è un fenomeno. Non è condizionabile in nessun modo, riesce a trarre energia positiva da qualsiasi situazione" ha sottolineato Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana Tennis e Padel, a Radio Anch'io Sport (Rai Radio 1). "Non è stato condizionato dal caso doping e da questo incidente che gli sta tormentando la vita. Spero che nei prossimi mesi abbia il suo epilogo positivo in modo definitivo - ha aggiunto Binaghi - Nonostante questo, ha fatto un anno straordinario: ha vinto due Slam, ha vinto le Finals, è il numero 1 del mondo e lo resterà ancora per tanto tempo. Cosa vogliamo chiedergli di più? Jannik non si pone limiti. Una delle cose più belle che ho sentito dire all'interno del suo staff è che tiene al torneo di Roma più che a qualunque altro torneo. Lo capisco, perché è il vero torneo di nostra proprietà, ha più di 80 anni, è il cuore pulsante del tennis del nostro paese. Mi ha fatto molto piacere". Il tennis italiano sta attraversando non uno dei suoi momenti migliori, ma "il momento migliore in assoluto, straordinario. Questa settimana abbiamo visto il numero 1 del mondo italiano premiato in Italia durante la più grande manifestazione indoor del tennis mondiale da un presidente Atp italiano. Cosa dobbiamo fare di più per consacrare questo momento come irripetibile? - si é chiesto Binaghi - Ce ne sono stati pochi di momenti così nello sport italiano. Dobbiamo cercare di essere realisti, ma dobbiamo anche tenere i piedi per terra. Nello sport c'è sempre un avversario che vuole vincere. Non sempre andrà così. Intanto godiamoci questi grandi successi, perché l'Italia del tennis li meritava e li inseguiva da decenni".

A.Goretti--IM