Roccella, il patriarcato esiste, anche in nuove forme
'Cambiamento culturale dobbiamo affrontarlo tutti insieme'
"Penso che il patriarcato esista. Esistono anche nuove forme di patriarcato, però certamente nel mondo occidentale le vecchie forme sostanzialmente si stanno slabbrando, sono in decadenza, resistono in altre culture e in altri Paesi". Lo ha detto la ministra alla Famiglia e alle Pari opportunità Eugenia Roccella, interpellata dai cronisti sulle dichiarazioni del ministro Valditara a margine di un incontro con gli studenti per la giornata per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. "Oggi pare - ha proseguito la ministra - abbiano liberato la ragazza che si era spogliata per protesta in Iran, questa è un'ottima notizia, però bisogna ricordare che quelle forme di oppressione e di violenza contro le donne sono ancora purtroppo la normalità in tanti luoghi. Quindi c'è un problema culturale, d'altra parte basta pensare che il femminismo è nato nelle democrazie occidentali e negli altri Paesi fa fatica ad affermarsi. Detto questo, se il patriarcato esiste o no è una libera opinione, ognuno può avere la sua, credo che ancora ci sia la libertà di pensarla in modi diversi". Parlando poi dei femminicidi Roccella ha aggiunto che "sono legati a tanti fattori, anche qui basti pensare che nella nostra Europa i Paesi con il maggior numero di femminicidi sono quelli del Nord Europa, dove i diritti delle donne sono sicuramente affermati e non in discussione. Ci sono ragioni molto complesse che portano ai femminicidi e non si può pensare che ne esista una sola, tanto è vero che siamo qui per cercare di intervenire sia dal punto di vista delle leggi e delle norme sia dal punto di vista del cambiamento culturale. È fondamentale che ci sia una interazione tra scuola e famiglia, non devono essere mondi separati. Anche le iniziative di formazione che si fanno nelle scuole, per esempio, devono essere in qualche modo con la partecipazione delle famiglie. Ci deve essere una continuità educativa. Comunque è un grande compito, perché produrre un cambiamento culturale non è facile e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Anche dal punto di vista delle divisioni partitiche e ideologiche, dobbiamo cercare di affrontarlo trovando quello che - ha concluso la ministra - ci unisce contro questo fenomeno e non valorizzando quello che ci divide".
L.Bernardi--IM