

A Belgrado migliaia in corteo verso il Parlamento
Città blindata, sospeso trasporto pubblico
A Belgrado migliaia di manifestanti stanno confluendo da varie zone della città verso la spianata antistante il parlamento dove nel pomeriggio è in programma la grande manifestazione antigovernativa organizzata dal movimento degli studenti in agitazione, alla quale aderiscono altre categorie di lavoratori - insegnanti, agricoltori, avvocati, operatori culturali - ma anche tanti normali cittadini insofferenti e critici con la politica del governo e del presidente Aleksandar Vucic. Alla protesta danno appoggio anche le forze di opposizione, pur non mostrandosi in prima linea nei cortei. Stamane gli organizzatori avevano annunciato che la manifestazione si sarebbe tenuta sulla Piazza Slavija e non più davanti al parlamento per evitare problemi e possibili incidenti con gli altri studenti anti-protesta accampati in un parco vicino, ma tale notizia sembra non avere trovato conferma, con il raduno centrale che dovrebbe tenersi comunque al parlamento, e un palco allestito anche a Slavija. La situazione per ora si mantiene tranquilla e in un clima festoso, con migliaia di manifestanti giunti nella capitale con ogni mezzo nella tarda serata di ieri e nella notte da numerose altre località della Serbia. La città è comunque presidiata da un massiccio schieramento di poliziotti in assetto antisommossa. Per l'invasione dei manifestanti e i tanti raduni e cortei in corso, a Belgrado è stato sospeso da stamane il servizio del trasporto pubblico, sia quello cittadino che l'altro relativo ai collegamenti in autobus con località vicine. Un paio di incidenti sono stati segnalati in quartieri periferici della città, con alcuni manifestanti investiti da auto in corsa. Vi sarebbero almeno cinque feriti e un autista tratto in arresto. Poco prima di mezzogiorno, come avviene in occasione di ogni manifestazione di questi ultimi mesi, tutti si sono fermati per i 15 minuti di silenzio e raccoglimento in memoria delle 15 vittime del crollo del primo novembre alla stazione di Novi Sad, avvenuto proprio a quell'ora. Sciagura che ha dato inizio al movimento di protesta degli studenti, che accusano governo e presidente di responsabilità morale di tale incidente per l'incuria, la mancanza di controlli legati alla corruzione dilagante a tutti i livelli della politica e dell'amministrazione. Le autorità sono inoltre contestate per la scarsa democrazia e il controllo sui media. Le proteste - nonostante le dimisisoni del premier Vucevic a fine gennaio - vanno avanti da novembre, con raduni, cortei, blocchi stradali pressocchè quotidiani, e grandi manifestazioni con decine di migliaia di partecipanti organizzate nelle principali città del Paese - ve ne sono state a Novi Sad, Kragujevac, Nis, e oggi a Belgrado.
J.Romagnoli--IM