Il Messaggiere - Aleotti (Confindustria),'sull'automotive non perdere tempo'

Aleotti (Confindustria),'sull'automotive non perdere tempo'
Aleotti (Confindustria),'sull'automotive non perdere tempo'

Aleotti (Confindustria),'sull'automotive non perdere tempo'

"Europa cambi rotta o è la fine per interi settori"

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Sulla crisi dell'automotive "sicuramente non possiamo perdere tempo", avverte la vicepresidente di Confindustria Lucia Aleotti che, ospite di SkyTg24, ricordando in un "un settore che soffre" anche le "conseguenze occupazionali su tutto il nostro settore della componentistica". "Confindustria sta sollevando questo tema ormai da mesi. Speriamo che il nostro grido di dolore, che è stato portato anche a Bruxelles, sia finalmente ascoltato", dice, sottolineando che di fondo "c'è un errore che è stato incredibile da parte della Commissione europea che ha preso delle decisioni, ha imposto una tecnologia dominante senza rispettare l'elemento fondamentale del mercato, che esiste una domanda. Se si crea un'offerta a cui non corrisponde una domanda va in crisi l'intero settore". I rischi sono quelli di una delocalizzazione della produzione e di una fuga degli investimenti dall'Europa: su questo bisogna "gridare all'emergenza", serve "un cambio di rotta". Bene che ci sia "una prima apertura verso una neutralità tecnologica" ma serve di più, "un segnale chiaro, dell'Europa agli investitori, che stiamo andando in questa direzione". "Non parliamo solamente del tema dell'automotive" evidenzia ancora Lucia Aleotti: "Quando parliamo di green deal sono state date delle indicazioni, ad esempio, anche in tema di Ets", il sistema di quote e costi sulle emissioni di CO2, "che hanno segnato una data per la fine di alcuni settori produttivi. Si è trasformata quello che era una politica giustamente attenta all'ambiente in una politica che, nella realtà, ha fatto scelte che di fatto portano a una delocalizzazione. Ad esempio penso al settore della ceramica: la difficoltà per la questione delle quote che rende impossibile la la produzione in Unione europea. Dovranno necessariamente delocalizzarsi se qualcosa non cambierà". Le imprese "hanno bisogno di elementi che diano un futuro. Se l'investitore non vede un futuro, investe altrove", avverte: bisogna "rendere l'Europa competitiva facendo delle norme che siano migliori di quelle degli altri blocchi", e bisogna "evitare vessazioni inutili nei confronti delle imprese". E c'è il nodo dei costi dell'energia: "Un problema enorme"; sul nucleare "bisogna cominciare a ragionare, perlomeno per non escludere l'Italia dalla ricerca" sul nucleare di nuova generazione.

F.Laguardia--IM