Italia Solare, il decreto Agricoltura blocca l'agrivoltaico
"Permesso solo con strutture elevate costose e problematiche"
Col decreto Agricoltura approvato ieri in Consiglio dei ministri "si impedisce l'agrivoltaico a terra, se non con strutture elevate e molto costose che necessitano di incentivi, dei quali il fotovoltaico poteva fare a meno con provvedimenti più lungimiranti. Senza contare l'impatto paesaggistico di questa tipologia di impianti, che creerà problemi in fase autorizzativa. Ora diventa impossibile produrre energia economica, a costo stabile, per i cittadini e le imprese Italiane". Lo scrive in un comunicato il presidente di Italia Solare, l'associazione delle imprese del fotovoltaico, Paolo Rocco Viscontini. "Togliere la Solar Belt (la possibilità di realizzare impianti solari nelle pertinenze dei terreni industriali, n.d.r.) significa privare le aziende italiane della possibilità di farsi impianti fotovoltaici che garantiscono energia a basso costo - prosegue Rocco Viscontini -. Come ultima conseguenza, si impedisce lo sviluppo di un settore, quello della energia fotovoltaica, che in altri paesi d'Europa sta garantendo investimenti e crescita, che saranno impossibili in Italia. Rimaniamo prigionieri delle fonti fossili, che hanno costi instabili e ci espongono alle dinamiche di mercato internazionale, esposizione che è costata al sistema paese oltre 100 miliardi di euro nel periodo primavera 2022 - primavera 2023". "Con amarezza - conclude Rocco vIscontini - si evidenzia che il Decreto Agricoltura da una parte affronta la siccità e il granchio blu, strettamente connessi ai cambiamenti climatici, e dall'altra blocca lo sviluppo del fotovoltaico, che è tra le tecnologie in prima linea per contrastare questi cambiamenti".
D.Lombardi--IM